martedì 12 febbraio 2013

Indocina parte 5: Angkor

31 dicembre 2012
Le rovine dell'antica capitale del regno Khmer, che si è sviluppato tra il IX e il XV secolo, rappresentano sicuramente l'attrazione maggiore di tutto il sud-est asiatico, nonché uno dei siti archeologici più importanti e imponenti del pianeta.
angkor
fossato dell'angkor wat
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ingresso occidentale dell'angkor war
Il sito principale si trova circa 8 km a nord del centro di Siem Reap e copre un'area di circa 80 chilometri quadrati, ma l'intera conurbazione si estende su un'area molto più vasta (di circa 400 kmq) e comprende quasi mille templi, aggregati in vari gruppi principali o solitari in mezzo alla giungla. Purtroppo gli edifici che rimangono sono solo quelli che avevano carattere religioso, costruiti in mattoni o pietra arenaria, perché le abitazioni e gli edifici di carattere civile (anche i palazzi reali) erano costruiti in legno e sono quindi andati perduti.
angkor
angkor wat
angkor
torre dell'angkor wat
Il motivo per cui l'antica città era così ricca ed estesa è che ognuno dei re che si sono succeduti per 6 secoli non solo ha costruito il proprio "tempio di stato" (ovviamente cercando di superare in grandezza e sfarzo il precedente) ma anche tutta una serie di templi secondari e strutture collegate. 
La riscoperta del sito da parte dei francesi dopo circa 5 secoli di abbandono in mezzo alla giungla, e il lungo e paziente restauro (interrotto solo durante il ventennio della dittatura e ancora in corso in alcuni siti) hanno determinato la fortuna e lo sviluppo della vicina Siem Reap, che è oggi il miglior punto per soggiornare se si vuole esplorare con calma la zona.

corridoi dell'angkor wat
angkor
dal livello più elevato
cortile interno e passerella








Data la vastità del sito archeologico è impensabile effettuare la visita senza un mezzo su ruote; molti alberghi organizzano tour in autobus (ormai la giungla in cui si trovano i templi è solcata da strade asfaltate che li collegano), ma la cosa migliore è noleggiare uno scooter in città (o, se volete fare gli sportivi come me, una bicicletta, poi però preparatevi a pedalare per buoni 50 km in una giornata) per poter girare liberamente. Comunque, se volete farvi portare, nell'area vi sono anche centinaia (forse migliaia) di tuk-tuk che fanno la spola tra i templi principali, distanti ognuno circa 2-3 km dal vicino.

angkor
angkor wat
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angkor wat 
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angkor wat


angkor
angkor wat
angkor wat
angkor
scimmie all'angkor wat

Dal ponte della NH6 sul fiume, in corrispondenza dei Royal Gardens, parte una larga strada che, attraversando la periferia di Siem Reap e costeggiando grandi alberghi e il Museo Nazionale, porta al posto di controllo dove ci sono le biglietterie. Erano da poco passate le 8, ma la gente in fila era già tantissima (e le operazioni non velocissime perché allo sportello ti scattano anche una foto con una webcam, che poi viene stampata sul biglietto).
Da qui comincia il bosco, e seguendo la strada per circa un paio di chilometri si arriva al larghissimo fossato dell'Angkor Wat, cui conviene girare attorno in direzione ovest per arrivare all'ingresso occidentale del tempio, quello principale.
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baksei chamkrong
porta meridionale di angkor thom
Il tempio giustamente più famoso (tanto che la sua immagine stilizzata compare anche sulla bandiera nazionale) e più grande dell'intera area archeologica (e, a quanto sembra, il più vasto sito religioso al mondo e la più grande costruzione in pietra del mondo) è cinto da una muraglia perimetrale a pianta rettangolare, percorsa da gallerie interne, il cui lato lungo supera il chilometro e mezzo di lunghezza. All'interno del recinto vi sono varie costruzioni minori e una lunga passerella in pietra che porta fino al grandioso edificio principale, caratterizzato da cinque alte torri, alla cui base si accede tramite ripide scalinate, che sormontano un enorme complesso ricco di stanze e gallerie. La zona della facciata orientale e il tratto boscoso che porta fino all'ingresso orientale e al fossato sono popolati da un gruppo di vivaci scimmie che non esitano a mettersi anche in posa per le fotografie.
fossato di angkor thom
ponte sul fossato
L' Angkor Wat è decisamente una meraviglia eccezionale e da solo vale il viaggio, meritando anche una lunga e attenta visita. Dal suo ingresso principale parte poi un circuito  di circa 26 km (detto Grande Circuito; vi è anche il Piccolo Circuito, di circa 17 km) che permette di toccare tutte le costruzioni più importanti dell'area (che è poi quello seguito da me in bici e, integrato anche con alcune deviazioni da me effettuate, descritto in questo post).

angkor
bayon
bayon
angkor
bayon









Proseguendo verso nord si arriva all' entrata meridionale della cittadella di Angkor Thom, anche questa protetta da un fossato e da un imponente muro di cinta, a pianta quadrata stavolta, di lato superiore ai 3 km. Lungo il tragitto però conviene fermarsi a dare un'occhiata al Phnom Bakheng, il più antico dei templi principali, posto su una collinetta che regala incantevoli vedute panoramiche, e al più piccolo Baksei Chamkrong.
bayon
colonne del bayon
Angkor Thom fu l'ultima delle capitali del regno Khmer e, benché ormai invasa dalla foresta, contiene alcune delle attrazioni più importanti del sito. La prima in cui ci si imbatte è il maestoso Bayon, forse il tempio più bello dell'intera Angkor (molti dicono che il più bello sia il Banteay Srei, ma si trova a più di 30 km a nord-est della città, un po' lontano per essere raggiunto in bici, così a malincuore l'ho dovuto lasciare per una visita futura), caratterizzato da colonnati e torri con volti scolpiti.
interno del bayon
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torri del bayon
Poco oltre il Bayon parte poi un percorso pedonale che inizia con una lunga passerella in pietra che arriva fino al Baphuon, il tempio più grande della cittadella, sul quale è possibile salire in cima ad ammirare un vasto panorama, e la cui parte posteriore è modellata a formare un enorme Buddha reclinato. Il sentiero si inoltra poi nel bosco toccando vari altri ruderi appartenenti all'antico palazzo reale, il Phimeanakas (altro tempio piuttosto importante), e ritorna sulla strada principale in corrispondenza della Terrazza del Re Lebbroso, ovvero ciò che resta dell'antico palazzo reale.
angkor
bayon
angkor
verso il baphuon
Abbandonando qui il percorso principale si può uscire dalla porta orientale dopo la quale, sistemati su entrambe le sponde del fiume (attraversato da un piccolo ponte in metallo in stile primo novecento) ci sono i templi minori Thommanon, Chau Say Tevoda, Ta Nei (di cui è rimasto ben poco) e Ta Keo (il più interessante dei quattro, con un' alta torre centrale).
Uscendo dalla porta occidentale (la cui strada per raggiungerla è sterrata) si arriva invece al vastissimo bacino artificiale del Baray Occidentale, per metà ora asciutto, intorno al quale vi sono numerosi altri templi minori.

angkor
cima del baphuon
passerella di accesso al baphuon
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baphuon

Proseguendo invece sul percorso principale si esce dalla cittadella dalla porta settentrionale per imbattersi nel Preah Khan. Questo tempio, al contrario dei precedenti templi-montagna costruiti su vari livelli, si sviluppa su un solo livello, cosa che però ne fa uno dei più estesi in assoluto, ed è caratterizzato da una moltitudine di gallerie.
baphuon
colonne sulla cima del baphuon
Il circuito a questo punto devia verso est costeggiando i resti del Baray Occidentale, ormai completamente asciutto, e toccando dapprima il Preah Neak Pean, cui si accede attraverso una passerella di legno sopra uno stagno e caratterizzato da una grande vasca a gradini (alla quale però non si può accedere), e poi il Ta Som, altro tempio-galleria su un solo livello.
buddha coricato del baphuon
resti del palazzo reale
Dopo il Ta Som la strada punta verso sud attraversando il Baray Orientale, ora divenuto un vasto alternarsi di campi dove è facile imbattersi nei contadini, che abitano i villaggi della zona, al lavoro e negli animali al pascolo, e di giungla. Nell'attraversamento del Baray Orientale si incontrano anche il Mebon Orientale, situato proprio al centro dell'ex-bacino (il suo corrispondente occidentale nell'altro Baray si trova su un isola, ma è in condizioni molto peggiori) e caratterizzato da varie torri e da una famosa scultura  rappresentante un elefante, e il Pre Rup, tempio-montagna ben conservato, in corrispondenza del quale la strada curva verso ovest.

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terrazza del re lebbroso
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phimeanakas
mura di angkor thom

baphuon
terrazza del re lebbroso
dentro angkor thom









Il lato meridionale del Baray Orientale presenta invece come attrattive lo Sra Srang, ovvero un bacino artificiale di 800x400 metri usato dai re per le loro abluzioni, il Banteay Kdei, altro tempio-galleria molto esteso e ricco di decorazioni, e soprattutto il Ta Prohm, uno dei templi più grandi del complesso e battuto in fama solo dall'Angkor Wat e dal Bayon, grazie anche al fatto di essere stato la location del film "Tomb Raider" nel quale venivano mostrate le radici dei grandi alberi che avvolgono parte delle costruzioni e che rappresentano l'attrazione principale del tempio (ma che comunque, in misura minore, sono presenti anche in altri templi come il Ta Som e il Preah Khan)
chau say tevoda
porta orientale di angkor thom
Tra lo Sra Srang e il Banteay Kdei la strada devia per ritornare all'ingresso orientale del Angor Wat (al quale, dopo una faticosa volata sono riuscito ad arrivare in tempo per godere delle ultime luci del tramonto sulle torri del tempio e sul fossato), mentre andando verso il Ta Prohm e superandolo si ritorna verso la zona del Ta Keo e quindi verso Angkor Thom.
angkor
thommanon
angkor
ta keo
Proprio in corrispondenza di questo ultimo grande incrocio si trova un villaggio oramai trasformato dagli abitanti in un mercato turistico ricco di bancarelle, di chioschi e di ristoranti, ma che conserva ancora un certo fascino poiché le costruzioni sono quelle originali dei villaggi cambogiani.

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ingresso del preah khan
terrazza degli elefanti ad angkor thom
ta nei

Anche in corrispondenza di tutti i templi principali (ma anche, in numero minore, sparsi nell'intera area archeologica) sono presenti un gran numero di esercizi di ristoro per i turisti, comprendenti sia piccoli ristoranti composti da padiglioni permanenti con tavoli al coperto e cucina sul retro 
preah khan
angkor
preah khan
(nei quali i prezzi, anche se non altissimi, sono più elevati che altrove), sia semplici chioschi o postazioni con  frigoriferi per le bibite fresche e bracieri sui quali vengono arrostiti spiedini di carne o piccoli pesci gatto e con qualche sedia e tavolino di plastica (nei quali i prezzi sono decisamente più bassi).
Non solo, lungo il percorso principale vi sono varie zone con bungalow che ospitano negozi e con banchi di venditori di bibite e di noci di cocco fresche da bere che vi vengono aperte davanti.

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preah khan
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preah khan
angkor
preah khan

preah khan
passerella per il preah neak pean
angkor
preah neak pean









Percorrere il Grande Circuito in una sola giornata in bicicletta, integrandolo con qualche altro sito fuori di esso, è stato parecchio faticoso anche per un buon pedalatore come il sottoscritto.
angkor
ta som
angkor
ta som
La partenza dall'ostello è stata prima delle otto di mattina e dopo aver ammirato il tramonto all' Angkor Wat c'erano ancora da percorrere almeno altri 8 km quasi al buio per la prima metà, dato che si era ancora nel bosco, che hanno portato il computo dei chilometri giornalieri pedalati oltre i 50.
Tuttavia al posto di controllo dove ci sono le biglietterie ci sono vari sportelli adibiti a vendere biglietti dalla durata di vari giorni (i più acquistati sono quello da tre giorni e quello da una settimana) che permettono l'accesso a tutti i templi riconducibili all'antica Angkor (quindi per un raggio di decine di chilometri). 
angkor
villaggio nel baray orientale
angkor
mebon orientale
In effetti forse la cosa migliore da fare per visitare il sito in maniera completa se non si hanno a disposizione parecchi giorni è di optare per il biglietto da tre giorni, dove il primo potrebbe essere utilizzato per la visita all' Angkor Wat, alla cittadella di Angkor Thom e al Baray Occidentale e ai templi che si trovano sulla sua sponda ovest (che io non ho nemmeno sfiorato); il secondo speso per raggiungere il Banteay Srei, la collina di Phnom Bok, e fare il giro del Baray Orientale dal Preah Khan al Ta Prohm; e nel terzo visitare i templi situati verso il lago Tonle Sap (come il Phnom Krom) e quelli appartenenti al gruppo di Roulos (che si trovano sulla NH6 circa 10 km a est di Siem Reap) o magari arrivare fino al misterioso Beng Mealea (che però è situato circa 50 km a sud-est della città).
contadini nel baray orientale
angkor
pre rup
Trovandosi il sito archeologico in mezzo alla giungla infine, molte persone mi hanno chiesto se ci fosse il pericolo di incontrare serpenti o animali selvaggi, ma i percorsi per andare da un tempio all'altro sono quasi tutti su strade asfaltate percorse da numerosi mezzi a motore e le decine di migliaia di persone che visitano Angkor ogni giorno causando una gran confusione scongiurano totalmente questa eventualità.

Post successivo: Battambang e Poipet

sra srang
angkor
ta prohm
angkor
ta prohm


banteay kdei
angkor
ta prohm
angkor
ta prohm

angkor
banteay kdei
angkor
banteay kdei
banteay kdei

tramonto all'angkor  wat
fossato dell'angkor wat al tramonto
tramonto all'angkor  wat


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